LA STORIA
Le Salesiane Oblate del Sacro Cuore sono state fondate l’8 dicembre 1933 nella piccolissima diocesi di Bova (RC) sull’Aspromonte da mons. Giuseppe Cognata, allora vescovo di quella diocesi, vero e appassionato figlio di don Bosco e discepolo fedele di san Francesco di Sales del quale seguì lo zelo pastorale, la spiritualità, la dottrina, l’ottimismo.
La diocesi di Bova a quel tempo era la più povera e la più difficile. Le case sparse e appollaiate sui monti erano abitate da poveri contadini che lavoravano la terra con grande difficoltà.
Il paese era privo di mezzi di comunicazione e di risorse naturali. Mancavano asili e i bambini, non accuditi dalle mamme perché costrette a lavorare anche loro la terra, erano abbandonati a se stessi in mezzo a tanti disagi e pericoli. La popolazione, per la scarsezza del clero, viveva senza sacramenti e senza aiuti spirituali.
Il giovane vescovo, resosi conto subito della situazione, cercò di venire incontro alle necessità materiali e spirituali della porzione di Chiesa a lui affidata chiedendo aiuto ad alcuni istituti religiosi femminili per sopperire alla necessità di quella povera infanzia abbandonata, ma nessuno accettò. Il Papa Pio XI, al quale aveva esposto la situazione in cui versava la diocesi, lo esortò a far da sé. Dopo aver molto pregato, consigliatosi con l’arcivescovo di Reggio mons. Carmelo Pujìa, per la solennità dell’Immacolata, a soli sei mesi dal suo arrivo in diocesi, mons. Cognata iniziò l’opera con tre giovani disposte a donarsi al Signore. Le tre giovani si chiamavano Grazia Anastasi, Caterina Ptizalis, Antonietta Morano. Nasce così l’Istituto delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore.
L’entusiasmo delle tre giovani, che davano esempio di carità gioiosa e di squisita accoglienza a quanti l’avvicinavano, conquistò i cuori di tante altre ragazze e ben presto la nuova fondazione crebbe e si moltiplicò. Ci furono anche tante nuove richieste da parte di altri parroci e così l’Istituto cominciò ad estendersi tra la diocesi di Bova e quella di Reggio Calabria.
Nel 1935 si aprì il noviziato a Bova Marina e l’otto dicembre dello stesso anno si ebbero le prime professioni mentre il nuovo Istituto continuava ad estendersi in Calabria e approdava in Sicilia, nel Lazio e a Casal Bruciato in Roma, che verrà chiusa dopo due anni e sarà la spina nel cuore del fondatore. Compito primario delle suore era l’educazione cristiana dell’infanzia e della gioventù con la costituzione di asili, laboratori e oratori; inoltre affiancavano i parroci nella catechesi. Oltre alla cura spirituale si occupavano della promozione umana civilizzando le popolazioni dei dintorni.
La Spiritualità Oblativa
Nel 1933 era in pieno sviluppo l’Anno Santo straordinario della Redenzione indetto e illustrato da Pio XI. Al centro: l’offerta all’Eterno Padre di Cristo in croce per il rinnovamento dell’umanità.
L’Oblazione, come la intende mons. Cognata, nasce alla luce del divino Paziente, vittima offerta al bene dei fratelli. Da gran tempo egli portava in sé e meditava l’annuncio profetico:”E’ stato sacrificato perché lo ha voluto e non ha aperto la sua bocca” (Is 53,7).
Al momento perciò di fondare le “Oblate del Sacro Cuore” lo spirito della interna oblazione che lo consumava non poté non influire sulla scelta del nome, divenuta facile e normale trasmissione di vero e proprio carisma dello Spirito Santo.
Distintivi della fondazione: l’umiltà, la piccolezza, la ricerca dei luoghi più poveri e bisognosi di assistenza e formazione cristiana del popolo e della gioventù povera e trascurata.
“Raccogliete le briciole dell’apostolato” diviene così regola fondamentale delle nascenti Suore Salesiane Oblate del Sacro Cuore.
Mons. Cognata gode nel presentare alle figlie Gesù come “Oblato Divino” e “Modello di Oblazione”. Perciò esprime il desiderio che le figlie spirituali siano consacrate “in piena Oblazione” al Cuore di Cristo.
Il Patrono dell’Istituto
Egli è innamorato di San Paolo, che lo ispira e dà come Protettore all’Istituto; e a lui conferisce il titolo di “Apostolo dell’Oblazione e della carità”; e così giunge a scrivere che la “carità è il distintivo proprio delle Oblate del Sacro Cuore di Gesù”.
“La parola d’ordine dell’Oblazione è: tutto per Gesù! Tutto alla sua gloria e alla santificazione delle anime”. Per lo spirito misticamente illuminato di Giuseppe Cognata, sacerdote e vescovo, “gloria dell’Oblazione è “l’olocausto di amore filiale e generoso”, vissuto nell’incruento Sacrificio Eucaristico, dove allo stesso tempo Gesù è Offerente e Offerto, morto e vincitore della morte”.
Una spiritualità cioè da vivere nel quotidiano, per l’assimilazione a Cristo e la fecondità delle figlie, il cui apostolato doveva restringersi alle diocesi di Calabria, ma che facilmente si estese in Italia e ne oltrepassò i confini.
Per maggiori informazioni consulta il sito: salesiane@sosc.org