Via Giuseppe Zanardelli, 32

00186 Roma - Italia

+39 06 6840051

Fax +39 06 56561470 segreteria@usminazionale.it

Title

Autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie consequat, vel illum dolore eu feugiat nulla facilisis at vero eros et dolore feugait

In Gesù Cristo il nuovo umanesimo

in_gesuNel bel mezzo del cammino decennale della Chiesa che è in Italia ecco il Convegno di Firenze. Tema concreto e accattivante quello per gli anni 2010-2020: “Educare alla vita buona del vangelo”. Tema altrettanto impegnativo e saporoso quello del prossimo Convegno: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Il primo è un invito a porsi “alla scuola di Cristo, maestro e pedagogo”. Il secondo è una spiccata affermazione dallo sfondo antropologico e teologico, e perciò biblico. Esso intriga ancora tutto l’uomo e ogni uomo nella sua relazione fondamentale con il Cristo, Maestro e Signore, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo nato, crocifisso e risorto per ogni uomo che è esistito, esiste ed esisterà sul nostro meraviglioso globo. Ogni essere, appunto perché Egli è il Verbo del Padre, è in qualche modo legato a Lui.

In ‘Gesù’…: nulla all’infuori di Lui. Egli è il Salvatore, il liberatore da uno stato di deturpazione che implicherebbe una condanna infinita, eterna, un allontanamento imperituro da Dio. Ed è chiamato così – spiega l’angelo a Giuseppe – “perché salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,21). “In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” dirà Pietro davanti al Sinedrio per illuminare gli ascoltatori sulle ragioni della guarigione dello storpio seduto alla porta del tempio (cfr. At 4,8-12).. Egli è il modello e la forma ideale di ogni persona. L’apice al quale tutti possiamo guardare. Il punto d’appoggio sicuro, inalienabile; perché è Via, Verità e Vita risponde ad ogni esigenza umana. “L’esperienza di essere salvati ci spinge ad amarlo sempre di più… che dolce è stare davanti a un crocifisso o in ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere davanti ai suoi occhi… e lasciare che egli torni a toccare la nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua ‘nuova’ vita”! (cfr. EG 264).
…Cristo, il Messia, l’Atteso e annunciato per millenni, nato da donna nella pienezza del tempo, quindi vero uomo, come altri uomini. Il ‘rampollo di Iesse’ annunciato da Isaia, nel quale le nazioni spereranno. “Non è costui – dicono i suoi compaesani – il figlio del carpentiere?”, meravigliati di tanta sapienza. Non solo è il “Messia promesso da Dio per liberare Israele, ma è il Messia che da sempre è in relazione con Dio. E’ colui che Dio ha ‘consacrato’ e scelto per liberare il suo popolo, il Signore di tutti gli esseri umani” (Lettera al popolo di Dio, cap.7).
Ecco perché, in Lui, il nuovo Adamo – “che sta saldamente dentro la storia umana e l’attraversa Ieri, oggi e sempre perciò contemporaneo di ogni uomo e allo stesso tempo lo supera” – può o deve aver inizio un nuovo umanesimo, un nuovo ‘stile’ che permetta di vivere l’identità relazionale sognata da Dio là nell’eden. Un uomo capace di uscire da sé, di andare oltre la propria individualità e connettersi con il  prossimo vicino e lontano chiunque esso sia – e arrivare a una comunanza di vita e di pace con tutti, senza selezioni, se non per i più poveri e affaticati. Pertanto con una chiara, percepibile attenzione all’altro che diventa rispetto, cura, custodia, zelo, accortezza, compassione e, anche, capacità di ripensare i propri progetti, i propri ritmi, se opportuno; capace di costruire attorno a sé umanità.
E l’uomo, che porta nel proprio cuore una profonda nostalgia del Totalmente Altro, sarà pienamente appagato soltanto quando avrà preso dimora eterna presso di Lui che è Eterno con il Padre e lo Spirito.