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Novità in vetrina

Non siate mai uomini tristi!

della gioia«Non siate mai uomini tristi!»

È questa l’esortazione che papa Francesco rivolge nel 2013 alla folla dei fedeli durante l’omelia delle Palme. E sul tema della gioia tornerà numerose altre volte a soffermarsi, riprendendo in qualche modo alcune delle espressioni più accorate già usate dal suo predecessore, Benedetto XVI.

Quest’ultimo, alla Giornata Mondiale della Gioventù del 2012, aveva sottolineato: «L’aspirazione alla gioia è impressa nell’intimo dell’essere umano. Al di là delle soddisfazioni immediate e passeggere, il nostro cuore cerca la gioia profonda, piena e duratura, che possa dare “sapore” all’esistenza».

In questo libro Valentino Salvoldi mette in evidenza la nascente esigenza di far comprendere nei termini della teologia morale, le nuove sensibilità emergenti, la voglia di aprirsi al dialogo, di penetrare le differenze culturali per arricchire e ampliare la conoscenza umana e il patrimonio spirituale ed etico di valenza universale.

Il rinnovamento, il percorso ideologico adeguato ai mutamenti sociali ed epocali, servono a rivedere le basi di una teologia che nel tempo deve poter sprigionare la forza e il coinvolgimento del messaggio evangelico.

Molte delle nuove esigenze ritrovano agganci concreti al magistero e al messaggio biblico, compito della Chiesa è renderle condivise, esaltate e incarnate. La prefazione al volume di Vincenzo Paglia, Arcivescovo e Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, coglie delle sottigliezze basilari per mettere in risalto le proposte dell’Autore.

Gioia e bellezza come volti del messaggio evangelico, gioia e bellezza come realizzazione di un vissuto accompagnato e guidato dallo Spirito Santo.

I principi morali non possono limitarsi ad un elenco di regole sistematizzate unicamente con l’intento di incanalare e razionalizzare il comportamento umano, mortificando la creatività e la peculiarità di ciascuno.

La vera morale Cristocentrica non è fine a se stessa, non è autoreferenziale ma si rispecchia nel volto del Verbo, ne coglie la bellezza e la verità, l’orientamento all’accoglienza, all’amore per il prossimo. L’ascolto e la comprensione sanno prendere il buono e il vero da ogni cultura, rispondono alle più profonde radici antropologiche che segnano l’evoluzione.

Non sono sentimenti accessori, non sono dettagli da subordinare a dogmi rigidi e inamovibili. Un vero teologo morale prende in analisi ogni sfumatura con lucidità e con grazia.

«Questo, con parole diverse, è anche l’insegnamento dei Padri della Chiesa: Dio si è fatto uomo, perché l’uomo si faccia Dio. Dov’è Dio? In ciascuno di noi. Che volto ha Cristo? Il nostro e quello dei poveri. Chi è lo Spirito Santo? L’Amore nel quale viviamo, ci muoviamo, siamo» (dalla Prefazione di Vincenzo Paglia).

Romina Baldoni

usminforma@usminazionale.it

 

L’artista che trovò Dio…

L’ARTISTA CHE TROVO’ DIO E DIVENNE DON LORENZO MILANI”

MILANI1La biografia storica approfondisce in particolare il periodo della conversione, valorizzando contatti, esperienze e testimonianze edite e inedite. L’autrice focalizza la sua attenzione sul Milani giovane, trasformato da Lorenzo in Don Lorenzo, scavando nei documenti e approfondendo sia gli ambienti sia il momento storico particolare del tempo. In breve, è anche un racconto storico dell’Italia d’allora, un racconto basato su alcuni punti di vista particolari: la famiglia Milani, la Firenze del pittore Staude, primo maestro di pittura di Milani, l’Accademia di Brera con alcune figure fondamentali, gli artisti a Milano. E altro ancora. A tratti biografia, a tratti saggio storico: uno spaccato dove alcune realtà e informazioni di guerra e movimenti s’intrecciano.

 

L’autrice

Valentina Alberici, nata a Piacenza nel 1968, si è laureata in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano e lavora in campo informatico. Appassionata di arte e storia, ha svolto varie ricerche in ambito storico-artistico e ha esordito cime autrice pubblicando Gesù è davvero esistito? Un viaggio avventuroso sulle tracce di Gesù (2011). Con Paoline ha pubblicato La chiamavano Maddalena. La donna che per prima incontrò il Risorto (2015).

 

LORENZO MILANI

Valentina Alberici

pp. 184, € 22.00

Una riflessione ponderata…

copertina1Una riflessione ponderata e razionale sulla possibilità di conferire alle donne il diaconato. Un dibattito che si è ravvivato certamente in occasione dell’udienza che papa Francesco ha concesso a oltre 600 suore durante l’assemblea plenaria dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG).

Partendo anche dal fatto che, dopo la decisione presa nel novembre 2016 dal Patriarcato greco-ortodosso di Alessandria, la questione rimane aperta solo nell’ambito della Chiesa Cattolica. Storicamente l’Oriente cristiano ha conosciuto le diaconesse anche se rimane incerta l’attribuzione di suddetto titolo per meriti onorifici o per effettiva possibilità di conseguirlo in base a regolazioni ufficiali. Papa Bergoglio, in occasione della suddetta assemblea UISG, ha comunque ritenuto di dover istituire il 2 agosto 2016 una Commissione di Studio sul Diaconato delle donne. Secondo don Vinicio Albanesi, autore del libro, è possibile conferire il diaconato alle donne sulla base di dati biblici, storici, giuridici e pastorali. In ambito giuridico certamente è auspicabile un ulteriore chiarimento su una serie di norme vigenti che sono in aperta contraddizione tra loro, mancando di fatto un supporto di base teologica solido e determinato. La difficoltà maggiore sembra quindi quella di stabilire a che titolo il diaconato faccia parte del sacramento dell’ordine. Nella dottrina recente si sostiene che il diaconato è un “grado” del sacramento. Si distinguono gli impegni di tipo sacerdotale e quelli di tipo diaconale. In che misura, se si parla di grado, tale carica è vicina o diventa parte del sacramento dell’ordine senza tuttavia appartenergli? Può essere il diaconato permanente una preparazione al sacerdozio? Durante il Concilio Vaticano II si è data indicazione di dare facoltà alle Conferenze episcopali di istituire il diaconato permanente. Per la tesi portata avanti nel testo in questione una diacona ha un senso nella triplice funzione liturgica, catechetica e pastorale. La discussione va portata avanti in nome di un’ecclesiologia della continuità, di una comunione, per usare lo stesso termine adottato in Concilio, che è quella del popolo di Dio, i cui appartenenti, anche con funzioni e poteri diversi, sono testimoni del Vangelo e battezzati in Cristo, chiamati quindi alla stessa salvezza. La posta in gioco che si cela dietro un eventuale riconoscimento si lega soprattutto al ruolo della missione ecclesiastica, con la carità cuore pulsante di tale missione. Non vuole essere una polemica o una contestazione con una serie di rimandi strumentali alla questione femminile o alla rivendicazione femminile. La domanda e le possibili risposte si muovono su un piano di possibile fattibilità e funzionalità. E’ indiscutibile invece la consapevolezza del ruolo della donna che va oltre e che è fondamentale nel nome del carisma, dei doni dello Spirito e per diritto di battezzata. Ciò a cui bisogna prestare maggiore attenzione per incamminarsi verso un cambiamento consapevole e decisioni elaborate con la giusta metodologia è il clericalismo. Inteso come forma accentratrice che va a scapito della sinodalità parrocchiale e che impedisce la giusta partecipazione di laici e religiosi nel servizio alla comunità. Il Diritto Canonico prevede una concertazione del parroco con un consiglio di laici, per e con laici, laiche e religiose per la pastorale e per gli affari economici. I diaconi sono al pari dei presbiteri ma altresì sono segretari ed esecutori del vescovo in ambito caritativo.

Romina Baldoni

usminforma@usminazionale.it

Vinicio Albanesi

Il diaconato alle donne? È possibile!

Ancora, 2017, pp. 96, € 13,00.

 

Giuseppe, siamo noi

Giuseppe1Il fatto è che “Giuseppe siamo noi – questo il titolo – non è un libro su san Giuseppe, perché non parla solo di lui, ma soprattutto… di noi. Se si riferisce a San Giuseppe, non tratta del santo ma dell’uomo. Per questo nelle pagine, noi non lo chiamiamo San Giuseppe o Giuseppe (se non in alcune citazioni), ma semplicemente Youssef, Youssef di Nazareth, per avvicinarci simbolicamente il più possibile al percorso della sua umanità, alla sua peculiare condizione di uomo, nelle situazioni e nel tempo in cui è vissuto.

L’idea che ha dato origine alle riflessioni è che la nostra condizione odierna di generazioni adulte, a cavallo di due millenni, forse un po’ logorate e che fanno fatica a vedere luce nel futuro, di padri ed educatori che si trovano davanti ad un compito che pare impossibile, di pellegrini nella vita in cerca di senso e di direzione, di sognatori traumatizzati, alle prese con un’esistenza piatta ed opaca che vorremmo fosse davvero redenta… l’idea che tutto questo ha, sorprendentemente, molti tratti in comune con l’avventura umana e spirituale di Youssef di Nazareth. Sta qui il perché del: Giuseppe siamo noi. Le tracce della sua umanità, del suo confrontarsi con le questioni grandi della vita – la paternità, la famiglia e l’educazione, il lavoro, la libertà e la responsabilità, il quotidiano, i dubbi e le difficoltà – ci riguardano da vicino, sono possibili domande e possibili risposte. La grandezza di Youssef, però, sta nel suo silenzio e nella forza delle sue scelte e delle sue azioni. Sembra un azzardo dare parola a questo silenzio. Il silenzio, però, è capace di generare la parola, e in tal senso le nostre parole vorrebbero essere in sintonia con questo silenzio, con la consapevolezza che sono saranno mai in grado di esprimerne in pieno il mistero. Alla fine abbiamo chiesto anche un po’ scusa a Giuseppe (insieme a Johnny Dotti, perché il libro lo abbiamo scritto insieme), sentendoci un po’ in colpa. La colpa di avere detto troppo o troppo poco, di avere evidenziato l’ovvio, di avere ripetuto quello che tutti già sanno. La colpa di avere preso pensieri di altri e di averli piegati ai nostri ragionamenti o di aver appoggiato i nostri pensieri sul pensiero di altri, perché sembrassero convincenti. Tutto però dipende dal fatto che non volevamo tramettere conoscenze, ma condividere esperienze. La colpa di avere ardito sostenere che Youssef siamo noi, riconoscendo i suoi percorsi esistenziali tanto simili ai nostri, ma dimenticando forse di dire anche che… noi non siamo Youssef: non lo siamo nella singolarità del suo destino, non lo siamo nella lucidità e nella generosità delle sue risposte. Ci perdoni quindi San Giuseppe per aver parlato di lui come un qualsiasi Youssef, vissuto a cavallo di un tempo speciale, noi diciamo tra l’avanti Cristo e il dopo Cristo e ci sia sempre di guida nel cammino della vita”.

dall’Introduzione

 Gli autori

Johnny Dotti, nato a Bergamo nel 1963, sposato con Monica, con quattro figli, imprenditore sociale, pedagogista e docente a contratto presso l’Università Cattolica di Milano. Ha pubblicato recentemente, con Maurizio Regosa, un saggio dal titolo Buono è giusto (Editore Sossella, 2015), e Oratori generatori di speranza (Edizioni Messaggero,2016). Insieme con Mario Aldegani ha pubblicato per LEM (Libreria Editrice Murialdo) La Linea dell’orizzonte (2007) e Tra amici (2010).

 

Mario Aldegani, nato a Petosino (BG) nel 1953, sacerdote dal 1980, è religioso della Congregazione dei Giuseppini del Murialdo, insegnante ed educatore. Collabora con diversi istituti religiosi maschili e femminili nella formazione permanente. L’incontro con Johnny Dotti gli ha permesso conoscenze e incontri nel mondo del Terzo Settore. Con Dotti è stato iniziatore anche della Fondazione Talenti. Ha pubblicato per le Edizioni Dehoniane «Levate lo sguardo».Un pensiero positivo sulla vita consacrata (2009).

 

Johnny Dotti – Mario Aldegani

Giuseppe siamo noi

pp.144, euro 12,00

Un nuovo umanesimo

piazza1«Dovunque voi siate, non costruite mai muri né frontiere, ma piazze e ospedali da campo». Papa Francesco ha invitato la Chiesa italiana a riscoprire un nuovo umanesimo partendo dai sentimenti di Gesù, in particolare dalla sua umiltà, dal suo disinteresse, dalla sua beatitudine. È un invito evangelico che richiede una rinnovata passione di fede, una più esigente compagnia con tutti, un amore più concreto per le nostre comunità cristiane. Alcuni atteggiamenti – compassione, discernimento, paura, bellezza, sogno – potrebbero rappresentare un prezioso contributo per dare concretezza al dialogo e all’incontro in un tempo in cui dominano pregiudizi, aggressività, individualismi e narcisismi di diversa natura. Per crescere come piazza di incontro è necessario partecipare con passione alla vicenda di tutti, in particolare dei più poveri, fare discernimento evangelico sull’oggi, rendere compagna la paura che induce paralisi e fuga. E lasciarsi interrogare da sogni e visioni che il vangelo sempre apre nelle nostri notti.

Sommario

Introduzione. I. Compassione. II. Discernimento. III. Paura. IV. Bellezza. V. Sogno. Conclusione.

 

 

Marcello Brunini

Fare comunità a partire dai sentimenti

Dehoniane 2016, pp. 128, euro 9,50

Sono scesa nell’abisso

libertà1Blessing è una giovane donna nigeriana, laureata in informatica, che cerca di costruirsi il suo futuro personale e lavorativo a Benin City. Qui incontra una donna pia, membro di una delle tante chiese pentecostali che le dà lavoro, e un giorno le propone di andare a lavorare per il fratello che gestisce dei negozi di informatica in Europa. Ma una volta arrivata in Italia non c’è nessun negozio di informatica. C’è solo la strada. Si rende conto di essere stata venduta come una merce per il mercato del sesso a pagamento, come migliaia di altre donne nigeriane. Un inferno.
Si ribella, fugge e denuncia. Viene portata a Casa Rut, a Caserta, dove, grazie all’accompagnamento delle suore orsoline, cerca di ricostruire se stessa, la sua vita, la sua fede. Ritrova dignità e libertà e ora è pronta a spendersi perché altre donne nigeriane trovino la forza e il coraggio di spezzare le catene di questa schiavitù.

Da questa volontà di denuncia e di riscatto, nasce il libro Il coraggio della libertà, in cui Blessing racconta la sua vicenda. Scrive Blessing: «Ero completamente stordita, incredula, impaurita, disorientata. Maman Faith mi introduceva al mio nuovo lavoro e alla mia nuova vita in Europa. Una vita in strada. In quel momento ho saputo che ero finita nelle mani dei trafficanti. Che ero diventata la loro schiava. Come era potuto accadere? Nella mia testa si affollavano tante domande. Ancora oggi non sono in grado di rispondere. Ma ora sono convinta che dovevo passare attraverso quell’esperienza del male per scoprire il vero bene. Per questo ringrazio Dio, perché quello che ho vissuto sulla mia pelle mi permette ora di parlare e forse di liberare altre donne. Sono dovuta scendere nell’abisso per rinascere a una vita nuova».

Il testo, arricchito dalla prefazione di Dacia Maraini e dalla postfazione di suor Rita Giaretta, fondatrice di Casa Rut, è scritto a quattro mani con Anna Pozzi, giornalista e scrittrice, che  si occupa da molti anni della tratta di persone e delle moderne schiavitù, e che firma all’interno del volume anche un approfondimento sul traffico e lo sfruttamento delle donne nigeriane in Italia.

IL CORAGGIO DELLA LIBERTÀ

Una donna uscita dall’inferno della tratta

Blessing Okoedion con Anna Pozzi

pp. 128 – euro 13,00

Una metodologia formativa…

fsttaper1Un tema molto importante sviluppato da questo libro è quello della correzione fraterna. In che orizzonte si colloca, il suo significato, le finalità. Si ripercorre la lezione biblica fino agli insegnamenti di Gesù nei Vangeli. Si cerca di portare un messaggio di riconciliazione, armonia e pace pur tenendo conto di alcuni ostacoli che possono presentarsi lungo il cammino. La delicatezza con cui è sempre necessario porsi e la volontà di relazionarsi aiutandosi e sostenendosi nelle difficoltà e nelle fragilità. In ambito comunitario così come in ambito famigliare ci sono delle figure guida che accompagnano con amorevolezza e fermezza di principi i passi dei nuovi arrivati. Ma in un momento storico in cui predomina l’orgoglio individualista e un relativismo etico esasperato si fa fatica a dibattere di un argomento che presume un atteggiamento di base responsabile, fiducioso, costruttivamente critico. E’ necessario quindi capire in profondità cosa vuol dire correzione e come è giusto esercitarla. Per farne buon uso è necessario imparare la sua grammatica e saperla applicare al momento giusto, per non incorrere in spiacevoli inconvenienti. Soprattutto è necessaria la consapevolezza di operare per il bene dell’altro, una metodologia formativa che punti al continuo miglioramento di se stessi in un’avvincente sfida ai propri limiti e alla voglia di migliorarsi. La verità è che molto spesso gli equilibri che si stabiliscono tra chi è chiamato a correggere e chi deve sottoporsi a correzione sono labili. Chi è chiamato all’irreprensibilità spesso teme di ferire l’altro o di essere frainteso, chi sbaglia non sempre accoglie l’ammissione dei suoi limiti e una matura provocazione che lo faccia mettere in discussione nel profondo. E’ il meccanismo e la dinamica che da sempre anima la storia del mondo. Genitori e figli, maestri e allievi, governanti e governati, evangelizzatori e evangelizzati, generazione adulta e generazione giovane. Non si può sottovalutare l’importanza della correzione, la spinta dinamica ed evolutiva della sfida educativa. Non si può sottovalutarne la centralità in ambito sociale e relazionale chiudendosi in filosofie di autoreferenzialità o in gabbie di soggettivismo che si affidano unicamente alla banalità riduttiva di: ognuno è responsabile delle proprie scelte, ognuno risponde a se stesso e alla sua coscienza. La coscienza e le scelte si formano e si orientano dosando necessità, istinto, rispetto, amore per gli altri, amore per il mondo. Non ci può essere libertà senza verità e benessere senza affettività e amicizia. Non ci può essere discernimento senza umiltà, senza condivisione.

Fatta per amore…

Leoluca Pasqua

Paoline 2016, pp. 96, € 12,00

Romina Baldoni

usminforma@usminazionale.it

Una particolare spinta

 

Una particolare spinta a rimettere a fuoco il tema del magistero viene oggi dalla situazione della Chiesa cattolica, magisteroparticolarmente agitata dopo l’avvento al papato di Jorge Mario Bergoglio: felicemente secondo alcuni, pericolosamente secondo altri. In qualche maniera, se pure in misura minore, si rivive il clima del concilio Vaticano II. Dibattiti e conflitti di idee di allora si riproducono, anche se in aree molto più limitate rispetto all’ampiezza della discussione conciliare, creando attese e timori.

Papa Francesco, infatti, spinge all’innovazione in una Chiesa che sembra essersi rinchiusa in se stessa, quasi oppressa dall’ansia di dover contrastare un’evoluzione del costume e della legislazione che sta travolgendo il millenario ethos della tradizione cristiana.

Le preoccupazioni apologetiche, comprensibili di fronte a una vera e propria rivoluzione che sconvolge l’etica pubblica e la coscienza di molti fedeli cattolici, producono dentro la Chiesa resistenze a qualsiasi innovazione e creano continui fronti di conflitto con la società civile.

Nello stesso tempo avanza l’auspicio di una Chiesa più libera e audace nell’uscire da se stessa, meno introversa e preoccupata dell’autodifesa, lontana dal rimpianto per la posizione eminente nella società di cui ha goduto nei Paesi tradizionalmente cristiani.

 

Severino Dianich

MAGISTERO IN MOVIMENTO

Il caso papa Francesco

Dehoniane, 2016
pp. 112, euro 11,50

Scoprire la Bibbia

la-bibbia1La Bibbia attraverso la pittura

Oggi si assiste a un crescente interesse per l’arte e a una parallela scarsa conoscenza della Bibbia. Il volume propone la rilettura di cinquanta scene tra Antico e Nuovo Testamento, abbinandole a una o più opere d’arte, per riconoscere e decifrare simboli, personaggi ed episodi biblici così come li hanno interpretati e “riscritti” alcuni tra i più grandi pittori della storia dell’arte di tutti i tempi. I singoli soggetti sono riprodotti per intero e poi riproposti evidenziando qualche particolare, e viene spiegato il significato di uno stile, l’uso di determinati colori, la corrente di pensiero a cui l’artista aderisce, qualche esperienza di vita sia spirituale sia umana.

Alcune opere sono messe a confronto con altre versioni raffiguranti lo stesso episodio biblico, secondo l’interpretazione di artisti diversi, per far risaltare affinità e originalità di ognuno. Completa il volume un Glossario, le referenze cronologiche in riferimento ai pittori, una cartina geografica della Palestina tra l’Antico e il Nuovo Testamento e indice dei luoghi della Bibbia e dei pittori.

 

Gérard Denizeau

La Bibbia attraverso la pittura

Paoline, pp. 224, € 39.00

 

Autore

Gérard Denizeau è uno storico dell’arte, musicologo e scrittore francese, specializzato in testi

sull’arte.

Per un coinvolgimento

nlNel libro “Catechisti e famiglie” si affronta la complessa tematica delle famiglie che stanno dietro ai bambini che frequentano il catechismo. Un interrogativo e un’incognita che sicuramente il catechista e l’educatore è tenuto a conoscere e affrontare con preparazione. Non basta prendere atto di comportamenti di superficialità o disinteresse e usarli come giustificazione per credere che il cammino catechistico sia compromesso e inficiato da queste problematiche. Cercare di ottenere coesione, stimolare interesse e trasmettere insegnamenti e valori solidi dipende anche da un atteggiamento maturo e mai prevenuto. Le complessità vanno tenute nella giusta considerazione e se necessario compensate da un lavoro mirato, che sappia accogliere con rispetto e realismo le difficoltà dei nostri tempi. Sono importanti le relazioni di gratuità, di continuità, di cura e di affettività.

L’accompagnamento va adattato e va dedicato a ciascuno e a tutti poiché attraverso il catechismo si compie l’opera pastorale che fonda e integra una comunità con identità cattolica ed evangelica. Soprattutto l’ambito catechetico è affiancamento e rafforzamento del cammino umano del bambino nell’ambiente sociale. Diventa quindi essenziale coadiuvare le famiglie attraverso un coinvolgimento reso vivo primariamente nell’amore, nella progettualità e nella volontà di crescere ciascun bambino, ciascuna identità chiamata a rivestire un ruolo e un carisma vocazionale non solo cattolico ma morale e civile.

L’autrice. Franca Feliziani Kannheiser è docente di Catechetica e di Psicologia dello Sviluppo e collabora a numerose riviste di catechesi. Psicoterapeuta adleriana del bambino e dell’adulto, collabora con l’Ufficio Catechistico Nazionale come esperta in tematiche familiari e del bambino. In questa veste ha partecipato come relatrice a convegni nazionali, master interregionali e convegni diocesani. È stata membro della Commissione per l’iniziazione cristiana e della Commissione Catechesi e Disabilità dell’UCN.

 a cura di Romina Baldoni

usminforma@usminazionale.it

Catechisti e famiglie

Franca Feliziani Kannheiser, Paoline,

Milano 2016, pp. 80, € 8,50