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Novità in vetrina

LO SGUARDO APERTO – Dieci film sulla misericordia

È in stampa la pubblicazione “Lo sguardo aperto. Dieci film sulla misericordia”, promossa dall’Acec, curata da Arianna Prevedello (responsabile della comunicazione dell’Associazione) e don Gianluca Bernardini (direttore della rivista SdC), ed edita dal Centro Ambrosiano.

Lo_sguardo_apertoIl volume, che sarà disponibile in libreria da fine gennaio, presenta dieci film per “fare esperienza” della misericordia in modo speciale, riscoprendo di essere capaci di un amore infinito, di un’illimitata tenerezza, di un perdono che sembra a volte fin troppo arduo, nonché superiore alle forze che percepiamo in noi stessi.
È un esercizio interessante, da fare con altre persone nelle Sale della comunità, autentici luoghi di visione, di analisi e confronto.
Il “come” è racchiuso in queste pagine: si possono selezionare alcuni dei film proposti, tutti corredati di una scheda-guida alla comprensione complessiva dell’opera e alla rilettura secondo la categoria della misericordia, permetterli a disposizione del grande pubblico in una rassegna cinematografica, in una proposta pastorale, in un itinerario dedicato all’Anno Santo o in altre opportunità in ambito ecclesiale, formativo e culturale.
Le Sale della Comunità riceveranno nelle prossime settimane una copia del libro, utile ausilio per progettare e animare itinerari e percorsi per l’anno giubilare dedicato alla misericordia.
Ogni scheda, infatti, è corredata di tag tematici e dedica un corposo paragrafo alla rilettura del film proposto alla luce della categoria della misericordia.
Completano il volume due saggi di approfondimento sulla misericordia in prospettiva biblica e psicologica.

IL NOME DI DIO È MISERICORDIA – Una conversazione con Andrea Tornielli

nome_diLa misericordia è il primo attributo di Dio. È il nome di Dio. Non ci sono situazioni dalle quali non possiamo uscire, non siamo condannati ad affondare nelle sabbie mobili».
Con parole semplici e dirette, papa Francesco si rivolge a ogni uomo e donna del pianeta instaurando un dialogo intimo e personale. Al centro, c’è il tema che più gli sta a cuore – la misericordia – da sempre fulcro della sua testimonianza e ora del suo pontificato.
In ogni pagina vibra il desiderio di raggiungere tutte quelle anime – dentro e fuori la Chiesa – che cercano un senso alla vita, una strada di pace e di riconciliazione, una cura alle ferite fisiche e spirituali. In primo luogo quell’umanità inquieta e dolente che chiede di essere accolta e non respinta: i poveri e gli emarginati, i carcerati e le prostitute, ma anche i disorientati e i lontani dalla fede, gli omosessuali e i divorziati.
Nella conversazione con il vaticanista Andrea Tornielli, Francesco spiega – attraverso ricordi di gioventù ed episodi toccanti della sua esperienza di pastore – le ragioni di un Anno Santo straordinario da lui fortemente voluto. Senza disconoscere le questioni etiche e teologiche, ribadisce che la Chiesa non può chiudere la porta a nessuno; piuttosto ha il compito di far breccia nelle coscienze per aprire spiragli di assunzione di responsabilità e di allontanamento dal male compiuto. Nella schiettezza del dialogo, Francesco non si sottrae neppure dall’affrontare il nodo del rapporto fra misericordia, giustizia, corruzione.E a quei cristiani che si annoverano nelle schiere dei “giusti”, rammenta: «Anche il papa è un uomo che ha bisogno della misericordia di Dio».
Il nome di Dio è Misericordia viene pubblicato con lancio mondiale in 86 paesi. Al 13 gennaio, con l’aggiunta della Grecia, gli editori del libro sono 22 e 87 i paesi nei quali il libro sarà pubblicato.
Francesco
Una conversazione con Andrea Tornielli
Piemme, euro 15,00

 

IMPARARE A PREGARE di Dietrich Bonhoeffer

imparare a pregareGesù Cristo, Parola di Dio, ci insegna a pregare. Se vogliamo pregare con certezza e gioia, la parola della Scrittura dovrà essere la solida base della nostra preghiera. Pregare non significa semplicemente sfogare il cuore, ma trovare la via verso Dio e parlare con lui con cuore colmo o anche vuoto. Nessuno può riuscirci da solo: per questo ha bisogno di Gesù Cristo.I salmi sono stati per eccellenza il libro di preghiera di Gesù: egli ha portato di fronte a Dio ogni miseria, ogni gioia, ogni ringraziamento e ogni speranza degli uomini.
Sulla sua boccala parola umana diventa parola di Dio. Nel salterio si intravede la “forma del corpo del Signore, nel quale ha parlato lo Spirito santo”, per dirla con le parole dell’autorevole pastore e martire luterano.
Dietrich Bonhoeffer
Imparare a pregare
euro 13,00
a cura di Romina Baldoni

IL PICCOLO PRINCIPE DELLA MISERICORDIA – Fiaba per adulti dal cuore di bambino

Maurizio De Sanctis
IL PICCOLO PRINCIPE DELLA MISERICORDIA
Fiaba per adulti dal cuore di bambino
euro 10,00

Piccolo principe“L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Così recita ilPiccolo Principe, affascinante personaggio nato più di settant’anni fa dalla fantasia dello scrittore e aviatore francese Antoine de Saint-Exupéry (il libro è fra le opere letterarie più celebri del XX secolo e tra le più vendute della storia). Quella di de Saint-Exupéry è una storia semplice. Narra dell’incontro nel deserto tra un pilota d’aereo e un piccolo principe proveniente dall’asteroide B612. Il principe racconta al pilota il suo viaggio, intrapreso per trovare una pecora in grado di mangiare tutti i rami di baobab che stanno soffocando il suo pianeta (e la rosa di cui si cura e che ama). Sulla terra, il protagonista incontra anche una volpe, che gli chiede di essere addomesticata e di essere sua amica, e riesce anche a trovare la pecora: con loro, alla fine, tornerà sul suo B612.
Poesia e valori senza tempo
Una storia semplice, dunque, ma colma di poesia, ricca di significati e di valori senza tempo, come tenere sempre viva la speranza, ricercare il senso in se stessi, coltivare l’amicizia. E, soprattutto avere cura degli altri
Il “Piccolo Principe” della misericordia
È partendo da questo messaggio che don Maurizio De Sanctis, meglio conosciuto come Padre Nike(per l’abitudine di indossare sempre scarpe da ginnastica), ha deciso di realizzare una fiaba allegorica “per adulti dal cuore di bambino” in cui attinge alla storia e al personaggio creato da de Saint-Exupéry.
Ne Il Piccolo Principe della Misericordia, protagonista è un bambino, chiamato appunto piccolo principe, con il quale l’Autore dialoga e che si riconoscerà ben presto come Gesù bambino. Grazie alla guida e alle parole del protagonista, padre Nike guarda la realtà con occhi diversi, puri come quelli di un bambino: riesce ad andare oltre le apparenze e a vedere ciò che costituisce l’essenza delle cose e delle persone. In questo percorso, che si snoda attraverso le opere di misericordia corporale e spirituale, la misericordia si mostra come l’essenza del cuore umano, ciò che lo rende simile a Dio.
Scrive l’autore: “Da bravo predicatore vi posso assicurare che i discorsi teologici e le prediche annoiano più di ogni cosa, mentre i racconti, le fiabe, le parabole rendono vive le cose stesse. Ecco perché il piccolo principe parlava in parabole”. La fiaba è un invito, ad inizio del Giubileo straordinario indetto da papa Francesco, ad abbandonare falsità ed egoismi e a recuperare maggiore autenticità sia con se stessi sia con gli altri. “Guardare non è lo stesso che vedere … Si può guardare ma senza vedere: molti guardano un tramonto, ma non vedono il tramonto”. Perché l’essenziale è invisibile agli occhi, ma non agli occhi della fede.

LA PORTA DEL CIELO di Gertrud von Le fort

Gertrud von Le fort
LA PORTA DEL CIELO
euro 8,90
porta del cielo
Un breve romanzo di una forza evocativa allucinante e una semplicità di stile che raggiunge l’essenza e la perfezione. Il tema affrontato è quello del perenne conflitto tra la fede e l’incredulità dell’uomo moderno, una questione che assilla l’umanità da secoli. La grande scrittrice tedesca Gertrud von Le Fort, come di consueto nei suoi romanzi, colloca il suo racconto nel flusso della storia, intrecciando le vicende della seconda guerra mondiale con il processo a Galileo, fino a farlo sfociare nel nostro presente. Tutto alla fine assume i contorni di qualcosa di molto attuale, un’appartenenza emozionale che dà vita alla danza drammatica dell’umanità protesa verso Dio, la fonte stessa della vita.
a cura diRomina Baldoni

 

LE PORTE DEL CIELO di Lucetta Scaraffia

Lucetta Scaraffia

LE PORTE DEL CIELO

pp. 148, euro 13,00

Le porteDi origini antichissime, il Giubileo divenne pratica della Chiesa con Bonifacio VIII, quando si avvertì l’esigenza di un periodo di purificazione nel quale, con preghiere e offerte, conquistare per vivi e morti la salvezza eterna. La storia dei giubilei è intimamente collegata a quella di Roma: nel corso dei secoli, sovrani e viandanti vennero accolti da una città in perenne trasformazione, che passò dalla decadenza medievale ai fasti barocchi. Ma si intreccia anche con le vicende europee: dallo scisma avignonese alla Riforma luterana, dal “grand tour” all’unificazione d’Italia, i giubilei hanno rispecchiato tutti i momenti di passaggio verso la modernità, in cui la celebrazione ha saputo proporsi in modo nuovo a credenti e non credenti. Elargizione di misericordia nei confronti dei peccati commessi, ma anche trasformazione – attraverso la pratica delle indulgenze – del materiale nello spirituale.

MARIA DI NAZARETH – Film

Maria di NazarethGenere: Drammatico
Regia: Giacomo Campiotti
Interpreti: Alissa Jung, Paz Vega, Andreas Pietschmann, Antonia Liskova, Luca Marinelli, Roberto Citran, Thomas Trabacchi, Andrea Giordana, Sergio Muniz, Johannes Brandrup, Teresa Acerbis, Marco Rulli, Tony Laudadio, Marco Messeri, Nikolai Kinski, Marco Foschi, Remo Girone
Nazionalità: Italia
Soggetto: Francesco Arlanch
Sceneggiatura: Francesco Arlanch, Giacomo Campiotti
Musiche: Guy Farley
Montaggio: Alessio Doglione
Fotografia: Enrico Lucidi
Scenografia: Cosimo Gomez
Costumi: Enrica Biscossi
Durata: 200′
Produzione: Lux Vide, Bayerischer Rundfunk, BetaFilm-Tellux, Telecinco, Rai Fiction
Note:
– Film TV in 2 parti
– In concorso nella sezione Fiction Edita – Miniserie all’edizione 2012 del RomaFictionFest
La trama
Un film, due donne: Maria di Nazaret e Maria Maddalena. Due amiche con esperienze diverse che hanno in comune l’amore per Gesù. La storia della salvezza passa attraverso la loro vita. Maria, la madre “benedetta fra le donne”, capace di una donazione sconfinata verso Gesù, verso Dio e verso l’umanità, dalla quale tutto ha avuto origine, e Maddalena, “donna dai molti peccati”, che avrà la gioia di vedere per prima il Cristo risorto. Lo scenario che fa da sfondo a questa originale rilettura dei vangeli sinottici, fatta con ampie libertà narrative dal regista Giacomo Campiotti, è la Palestina di 2000 anni fa. Tutto ha inizio con l’Annunciazione: Maria, povera ragazza della Galilea, accoglie dentro di sé il figlio del Mistero che non sarà mai suo. Nello stesso villaggio l’amica Maddalena, dopo aver assistito impotente alla lapidazione della madre, accetta le attrazioni della vita di corte ed entrare nella reggia di Erode. Come prevedibile le loro strade sono destinate a separarsi. Maria affronta le incombenze della maternità e del matrimonio con Giuseppe, Maddalena vende il suo corpo seguendo le lusinghe della perfida Erodiade. La storia di Maria, le sue ansie di madre e di moglie, si intersecano con la storia del popolo di Israele e del tentativo di affrancamento dalla tirannia romana.
 
Ripercorriamo le tappe
Maria di Nazaret è la storia di una grande amicizia. L’idea di intrecciare la storia della madre di Gesù con quella dell’amica Maddalena porta a raffigurare nel racconto il disegno di una alleanza eterna: l’amore fra Dio e l’umanità. Prediligendo il tema dell’amicizia il film descrive Maria come amica di Dio ma anche amica di ogni donna e uomo della terra. La Maria di Nazaret nella quale tutti ci rispecchiamo è una ragazza piena di vitalità e intraprendenza, materna e premurosa allo stesso tempo. Una donna dolce, sensibile, generosa, ma non per questo priva di determinazione e capacità di vivere un amore oblativo nonostante dubbi, angoscia, sofferenza. Come spettatori ci ritroviamo nelle parole del regista: «Io vado avanti, dentro queste vicende che ci appartengono per tirare fuori emozioni, umanità e anche dare conto del mistero e della fede …». Al di là di ogni personalismo possiamo ritenere realizzato il desiderio degli autori di offrire un’esperienza il più possibile “autentica”.
Riflettiamo sulle parole
 
…di Francesco Arlanch – sceneggiatore
«La scelta di inquadrare il personaggio di Maria attraverso una storia di amicizia con Maddalena ha permesso di sciogliere due importanti nodi. Il primo: a quali fonti ispirarsi? Il desiderio era quello di offrire allo spettatore un’esperienza il più possibile “autentica”. Il personaggio di Maddalena – alla quale il Vangelo dedica meno di un versetto – ha permesso di risolvere il problema. Mentre nella vicenda di Maria ci si è attenuti il più fedelmente possibile ai passi evangelici, in quella – parallela – riguardante Maddalena c’è stato lo spazio per una maggiore libertà romanzesca.
Ma il secondo nodo da sciogliere era ancora più ostico. Tutte le storie parlano della stessa cosa: del desiderio di colmare una mancanza. Per questo ci emozionano ed empatizziamo con i protagonisti, perché siamo tutti, sempre, alle prese con la medesima aspirazione: colmare le nostre mancanze. C’era dunque una difficoltà molto concreta nello scrivere una sceneggiatura su Maria: cosa desiderava colmare una donna piena di grazia? L’esplorazione del personaggio di Maddalena ha permesso di trovare una risposta a queste domande: Maria non aveva mancanze, tranne una,la preoccupazione per le mancanze dell’intera umanità, che nel film sono esemplificate dal personaggio di Maddalena».
 
…di Giacomo Campiotti – regista
«Ho cercato di fare del mio meglio per realizzare la storia più antica e semplice del mondo, quella di una madre e di un figlio. La magia dell’attesa e la gioia del primo incontro, la dedizione totale, l’amore sconfinato e, con l’andare degli anni, la necessità del distacco. Ma nella nostra storia questo percorso naturale è portato ad un estremo dove nessuno era mai arrivato. Perché questa volta la madre è lei, Maria. La donna che Dio sceglie per essere la madre di Suo figlio. E il figlio è Gesù.
Maria accetta con umiltà il mistero di questa missione d’amore che fin dall’inizio le si presenta difficile, e la compie in salita, passo dopo passo fino a comprendere che per lei distaccarsi dal figlio significa lasciarlo andare verso la Croce. Ecco, nella nostra storia di Maria ho cercato di coniugare questi due aspetti: la semplicità dell’amore umano che meglio conosciamo e il Mistero più alto che ci possiamo immaginare. Maria è qui in mezzo…
Ho quindi cercato di non mettere Maria sul piedistallo come una statuina ma neanche levarle quella profonda Consapevolezza e Fede che l’accompagnano in ogni passo della “sua “ via crucis. È stato per me un grande privilegio lavorare a questo progetto. Per prepararmi ho letto di fila i quattro Vangeli e sono rimasto folgorato dalla loro potenza e chiarezza…
Luca Bernabei ha avuto la bella idea di dedicare questo film alle nostre mamme, a tutte le mamme. Che hanno verso i figli un amore totale, incondizionato, che dona tutto senza chiedere nulla in cambio. Effettivamente è l’unico amore umano che pallidamente può ricordare quello divino, che forse è proprio un riflesso dell’Amore Divino.
Vorrei allora ringraziare mia madre che tante volte è stata per me questo riflesso, e voglio ringraziare mia moglie e mamma dei miei due figli più piccoli per il continuo esempio di amore incondizionato e per essermi stata vicina in Tunisia in questa avventura e per essermi vicino in questa grande avventura che si chiama Vita».
  
Utilizzo pastorale: alcune piste
Questo film ci presenta una Maria diversa da quella che siamo abituati a conoscere:
– La sua vita è narrata attraverso lo sguardo dell’amica Maddalena che tutti conosciamo per essere stata salvata dalla lapidazione da Gesù e che diventa poi una sua fedele discepola. Da questa angolazione visiva emerge l’immagine di una donna alle prese con l’evento inspiegabile della vita e dell’amore.
– É una donna che vive di fede fin dalla tenera età, immersa nel Mistero, vive con serenità tutti gli avvenimenti che la coinvolgono, anche il dubbio di Giuseppe nel credere che il bambino che porta in grembo sia figlio di Dio. È intorno a questa immagine che si snoda tutta la narrazione: la protagonista non è solo Maria, lo sono anche il limite, l’errore, la cattiveria, scrutati attraverso l’occhio femminile.
– «La storia è di una modernità incredibile perché al fondo c’è il rapporto tra una madre e un figlio, la storia più bella e più misteriosa che qui acquista un valore più alto perché questo figlio non è per lei, ma neppure sarà destinato ad essere un grande re liberatore come Maria immaginava, Gesù infatti è un agnello sacrificale e per trono avrà la croce …».
– Maria donna vera, umile, con una dolcezza quotidiana mai sdolcinata, ci porta per mano dentro la storia del Figlio suo ma anche dentro la sfida delle sue scelte fatte alla luce della Fede. Una luce che riempie lo schermo e il cuore degli spettatori.
Hanno detto…
Dopo la proiezione di Maria di Nazareth nella Sala Clementina, Benedetto XVI ha rivolto ai presenti le seguenti parole.
Cari amici,
Grazie a tutti voi per questo momento che invita a riflettere attraverso le immagini e i dialoghi del film «Maria di Nazareth».
Non è facile tratteggiare la figura di una madre, perché contiene una ricchezza di vita difficilmente descrivibile; e ciò è ancora più impegnativo se si tratta di Maria di Nazareth, una donna che è Madre di Gesù, del Figlio di Dio fatto uomo.
Avete impostato il film su tre figure femminili, che incrociano le loro vite, ma che fanno scelte profondamente diverse. Erodiade rimane chiusa in se stessa, nel suo mondo, non riesce a sollevare lo sguardo per leggere i segni di Dio e non esce dal male. Maria Maddalena ha una vicenda più complessa: subisce il fascino di una vita facile, basata sulle cose, e usa vari mezzi per raggiungere i suoi scopi, fino al momento drammatico in cui è giudicata, è messa davanti alla sua vita e qui l’incontro con Gesù le apre il cuore, le cambia l’esistenza. Ma il centro è Maria di Nazareth, in Lei c’è la ricchezza di una vita che è stata un «Eccomi» a Dio: è una madre che avrebbe il desiderio di tenere sempre con sé il proprio Figlio, ma sa che è di Dio; ha una fede e un amore così grandi da accettare che parta e compia la sua missione; è un ripetere «Eccomi» a Dio dall’Annunciazione fino alla Croce.
Tre esperienze, un paradigma di come si può impostare la vita: sull’egoismo, sulla chiusura in se stessi e sulle cose materiali, lasciandosi guidare dal male; oppure sul senso della presenza di un Dio che è venuto e rimane in mezzo a noi e che ci attende con bontà se sbagliamo e ci chiede di seguirlo, di fidarci di Lui. Maria di Nazareth è la donna dell’«Eccomi» pieno e totale alla volontà divina, e in questo «Sì», ripetuto anche davanti al dolore della perdita del Figlio, trova la beatitudine piena e profonda. Grazie a tutti!
 
Teresa Braccio, fsp

NATIVITY – Film

NativityTitolo originale: The Nativity Story
Genere: Drammatico
Regia: Catherine Hardwicke
Interpreti: Keisha Castle Hughes (Maria), Oscar Isaac (Giuseppe), Hiam Abbass (Anna, madre di Maria), Shaun Toub (Gioacchino, padre di Maria), Alexander Siddig (Arcangelo Gabriele), Nadim Sawalha (Melchiorre), Eriq Ebouaney (Baldassarre), Stefan Kalipha (Gaspare), Said Amadis (Tero), Stanley Townsend (Zeccaria), Ciaran Hinds (Re Erode), Shohreh Aghdashloo (Elisabetta).
Nazionalità: Stati Uniti
Distribuzione: Eagle Pictures
Soggetto e sceneggiatura: Mike Rich
Fotografia.(Panoramica/a colori): Elliot Davis
Musica: Mychael Danna
Montaggio: Robert K. Lambert, Stuart Levy
Durata: 102′
Produzione: Wyck Godfrey, Marty Bowen

 

La trama
Nazaret. Una ragazza, umile e graziosa, vive la propria giovinezza lavorando per contribuire al sostentamento della sua famiglia. È Maria, figlia di Gioacchino e Anna, due modesti genitori che per assicurarle un futuro migliore la promettono in sposa a Giuseppe, originario di Betlemme, uomo di grande sensibilità e rettitudine. Mentre Maria si prepara al matrimonio riceve una visita inaspettata e una proposta singolare, un angelo le annuncia la volontà di Dio per lei: concepirà un bambino, il figlio di Dio, che cambierà per sempre le sorti del mondo. Maria turbata si reca a far visita alla cugina Elisabetta e, al suo ritorno a Nazaret, la gente del paese scopre non senza meraviglia l’evidente e misteriosa gravidanza. Giuseppe ne assume la paternità e salva così la giovane donna dalla lapidazione. Quando il re Erode proclama un censimento e tutti gli abitanti del luogo devono recarsi al proprio paese d’origine per farsi registrare, inizia per Maria e Giuseppe un lungo e faticoso viaggio verso Betlemme, dove vedrà la luce Gesù e, secondo l’affermazione di uno dei magi, luogo dove “Dio si fa carne”.
 
Ripercorriamo le tappe
Nativity è la storia prodigiosa di una ragazza e della rivelazione di Dio che ha trasformato la sua esistenza e la storia dell’umanità. Il racconto della vita di Maria, e del viaggio verso Betlemme prima della nascita di Gesù, si snoda attraverso un percorso narrativo sobrio e didascalico che inizia e si conclude con l’episodio della Strage degli Innocenti, proposto come preambolo e epilogo di tutti gli altri eventi:
La vita a Nazareth
Il fidanzamento con Giuseppe
L’annuncio dell’Angelo,
La gravidanza prodigiosa
Il viaggio da Nazareth a Betlemme
La Nascita nella grotta, i pastori e i Re Magi
La Fuga in Egitto
Ripercorrendo i Vangeli con un taglio semplice e lineare, il film si conclude con il Magnificat collocato al termine del racconto, durante la fuga in Egitto, quasi a voler evidenziare la trasformazione che la nascita del Messia ha provocato in Maria e nella vita di ogni uomo. La promessa di Dio si è realizzata. La fonte a cui prevalentemente il film si ispira sono i Vangeli di Luca e di Matteo che ripercorre quasi letteralmente. La loro narrazione stringata è arricchita da dialoghi ugualmente scarni e diretti senza cadere mai in divagazioni superflue. Con una grande attenzione alle Scritture e alla storia, il film propone anche una ricostruzione fedele di quel periodo: ambienti, costumi, tradizioni, gesti, preghiere. Non è una sacra rappresentazione ma la descrizione di un racconto che coinvolge e favorisce la partecipazione personale ad un evento che parla ancora oggi a tutta l’umanità.
 
Riflettiamo sulle parole
…DELLA REGISTA CATHERINE HARDWICKE
«Diciamo che quella di Giuseppe e Maria è una classica storia di teenager, che iniziano a costruire qualcosa nelle loro esistenze. Sono due ragazzi che si trovano di fronte ad un dono effettivamente fuori dal comune, e come se fossero due ragazzini che non hanno soldi e devono mantenere un figlio. Inoltre abbiamo catturato quella istantanea di povertà che mi aveva subito affascinato. Lavoravano sempre, sopravvivevano più che vivere decentemente. Mi sembrava opportuno regalare ai giovani spettatori un’immagine veritiera di quell’epoca e, spero, anche di questo preciso episodio del Vangelo…Mi auspico che il pubblico possa sentirsi in sintonia con la visione e magari trovarvi ispirazione per superare le proprie sfide e le proprie difficoltà. Spero che la gente possa uscirne con una considerazione nuova del sacrificio che Maria e Giuseppe furono disposti a fare. Abbiamo dimenticato cosa deve essere stato il viaggio a Betlemme, con i dialoghi, le paure …Verso la fine, la pellicola sembra trasportarti in un luogo spirituale, un luogo sacro…spero che gli spettatori possano percepirlo».
 
…DELLO SCENEGGIATORE MIKE RICH
«Avevo letto molto sulla Natività, su Maria e Giuseppe, sui Magi, sui pastori…e mi è venuto in mente che, mentre conoscevo come era finito il viaggio a Betlemme, poco sapevo di come fossero arrivati lì, quali sfide avevano dovuto superare. Da persona di fede quale sono, e da scrittore, queste per me erano diventate domande impellenti».
DELL’AMMINISTRATORE DELLA EAGLE PICTURES, STEFANO DAMMICCO
«Nativity è un evento straordinario. Un vero e proprio messaggio di speranza, pace e amore, che unisce tutte le persone di fede».
Utilizzo pastorale: alcune piste
Ancora una volta il linguaggio cinematografico attraverso parole, immagini e azioni tenta di comunicare il Mistero di una nascita che ha cambiato il mondo. Con il film Nativity, la regista americana Catherine Hardwicke ci fa vedere la nascita di Gesù attraverso lo sguardo di Maria, della quale presenta un quadro delicato e inconsueto: Maria nella quotidianità della sua vita a Nazareth. Niente di eccezionale in lei eppure, per un disegno divino, sarà benedetta da parte di Dio. Attraverso una lettura intima e profonda, la narrazione indaga la figura di Maria e il suo rapporto con Giuseppe, senza cadere nel banale e nella superficialità. È un percorso cinematografico e religioso nel cuore dell’evento più significativo della storia: la Natività di Cristo. Il film ci mostra Maria e Giuseppe come specchio della nostra fatica di credere e dell’accettazione faticosa del Mistero. Ma è anche lo specchio di chi è costretto a misurarsi con gli avvenimenti quotidiani che mettono a dura prova la speranza e la fiducia in Dio. È lo specchio di quelle famiglie che non hanno una casa dove far nascere il proprio bambino. Forse non risponde a tutte le domante che la ricerca autentica ci pone dinanzi ogni giorno, tuttavia, il messaggio di cui è portatore lo rende un film di elevato spessore e straordinaria ricchezza spirituale: l’azione di Dio si identifica con Maria, ma anche con ognuno di noi.
Il film nella stampa
«Catherine Hardwicke, la regista che poi ha trasposto questi fatti sullo schermo, è sembrata ispirarsi nel linguaggio, al Rossellini del Messia e a Pasolini del Vangelo secondo Matteo, privilegiando un realismo senza concessioni oleografiche e accettando solo, al momento della Natività, una luce che si posa sulla grotta. In tutto il resto, sia in Marocco, nel Sahara, sia in Italia a Matera, tenendosi a immagini di una concretezza quasi ruvida, animate al centro da interpreti magnificamente adeguati all’impresa. Non solo la giovanissima australiana di etnia maori Keisha Castle-Hughes, una tenera Maria, ma anche tutti gli altri, con facce giustamente poco note, ma autentiche. Non vi dimentico in mezzo l’irlandese Ciarán Hinds, un Erode quasi agghiacciante. Sempre però con la misura cui tutto il film obbedisce».
(Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 1 dicembre 2006)
«Fedelissimo ai vangeli, girato con il massimo realismo (i dolori del parto, le tasse di Erode, la raccolta delle olive, le pietre per macinare), Nativity guarda la più grande storia mai raccontata con gli occhi, i pudori, la fierezza di Maria. Dal matrimonio combinato, all’annuncio della gravidanza senza contatto carnale, dal rischio di essere lapidata come adultera all’amoroso sostegno di Giuseppe. I Re Magi in viaggio forniscono gli intermezzi comici. Gran finale con “Stille Nacht”, mentre la Sacra Famiglia si dispone come nei quadri a venire, con raggio di luce che perfora le nuvole. Parrebbe una scelta azzardata, al limite del kitsch, ma è perfetta».
(Mariarosa Mancuso, Il Foglio, 2 dicembre 2006)
 
«Realistica, puntigliosa per circa settanta minuti, la Hardwick sbanda solo nell’ultima parte. La notte di Natale è proprio la notte come da illustrazioni di libro di religione. Piacerà a chi non si sazia mai di vedere le Sacre Scritture sullo schermo, naturalmente. C’è tutto, ma senza sdolcinature».
(Giorgio Carbone, Libero, 1 dicembre 2006)
«Catherine Hardwicke guarda il Natale attraverso gli occhi di Maria, alla cui adolescenza rivolge sguardi attenti e inteneriti. Maria ci viene mostrata nella povera quotidianità di Nazareth, tra le ragazze del suo villaggio, intente alla semina, Keisha Castle-Hugles, la giovanissima attrice che la interpreta, ha un volto che sa incupirsi di caparbietà infantile e illuminarsi di fiducia. Non è la più graziosa, non è la più vivace, niente indica in lei l’eccezionalità della prescelta… È poco più di una bambina, si unisce al coro dei piccoli che imparano la Bibbia, ripete, senza capire veramente, che Dio non è nel fuoco, né nel vento, ma in un mormorio indistinto, appena percepibile».
(Rosario Tronnolone, Cinematografo.it, 30 novembre 2006)
Teresa Braccio fsp
teresa.braccio@tiscali.it

MISERICORDIOSI COME IL PADRE – Le opere di misericordia corporale e spirituale alla luce della Bibbia

Misericordiosi come il Padre
Le opere di misericordia corporale e spirituale alla luce della Bibbia
Giuseppe Crocetti
Centro Eucaristico, euro 13,00
MisericordiosL’Anno Santo della Misericordia indetto da papa Francesco ci invita a ritrovare il vero volto di Dio, quello che Gesù, il solo che “ha visto il Padre” (Gv 6,46), ci rivela. Questo libro vuole essere un contributo per una riscoperta del volto misericordioso del Padre e delle Opere di misericordia corporale e spirituale alla luce della Sacra Scrittura.
Per ciascuna Opera di misericordia viene proposto dapprima un approfondimento alla luce dell’Antico Testamento; segue una presentazione dell’insegnamento e dell’esempio di Gesù a partire dai Vangeli; da ultimo, le indicazioni che ci vengono dall’esperienza della Chiesa nascente e dall’insegnamento delle lettere apostoliche

 

GESÙ PORTA DELLA MISERICORDIA di Vincenzo Paglia

Gesù porta della misericordia
Vincenzo Paglia
Mondadori, euro 15,00
GesportaLa scelta di papa Francesco di indire il Giubileo della Misericordia è stata una sorpresa. Il dono di un anno particolare, di un tempo favorevole, per concentrare l’attenzione sulla misericordia. Una parola antica che oggi acquista un significato di grande attualità. Infatti, il mondo della globalizzazione, i tanti poveri che lo abitano, le donne e gli uomini spaesati di questo tempo complesso, hanno tutti bisogno di misericordia. Vincenzo Paglia ci guida con sapienza lungo un itinerario spirituale che svela il senso evangelico di questo Giubileo e allo stesso tempo ne evidenzia le sfide storiche, culturali, esistenziali che lo accompagnano. Arricchito da opere d’arte inedite sulla misericordia dipinte da importanti artisti contemporanei, “Gesù porta della misericordia” è un libro per capire un grande evento religioso, una guida per viverlo quotidianamente.